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Quali strumenti di visual merchandising utilizzare per evidenziare i prodotti e stimolare gli acquisti impulsivi?

Il visual merchandising è l’insieme di quelle operazione di marketing che utilizza l’allestimento visivo dei prodotti e dell’ambiente di vendita per attirare l’attenzione dei clienti e stimolare gli acquisti.

L’utilizzo di strumenti di visual merchandising efficaci, come è facilmente intuibile, può fare una grande differenza nelle vendite di un negozio.

In particolare, ci sono strumenti di visual merchandising più efficaci di altri e che puoi utilizzare per evidenziare i prodotti del tuo negozio e stimolare gli acquisti impulsivi. Vediamo quali.

Vetrine accattivanti

Le vetrine del negozio sono la prima cosa che i clienti vedono quando passano davanti al tuo negozio, per questo sono uno degli strumenti di visual merchandising più importanti.

Una vetrina accattivante può attirare l’attenzione dei passanti e spingerli ad entrare nel tuo locale commerciale.

Puoi utilizzare manichini, luci, oggetti scenici, video e altri elementi per creare una vetrina che catturi l’attenzione e l’immaginazione dei tuoi clienti.

Manichini

I manichini sono uno strumento di visual merchandising molto efficace per mostrare abiti e accessori in modo realistico.

Puoi utilizzare manichini a grandezza naturale o a metà busto per mostrare i prodotti in modo più dettagliato. Chiaramente, puoi utilizzare manichini di diversi colori e forme per creare una presentazione più interessante.

Luci

Le luci sono uno strumento molto interessante per evidenziare i prodotti e creare un’atmosfera accogliente in negozio. Puoi utilizzare luci di diverse intensità e colori per creare effetti visivi interessanti.

Inoltre, puoi provare ad utilizzare le luci per evidenziare i prodotti in promozione o i prodotti di punta del tuo punto vendita.

Posizionamento dei prodotti

Il posizionamento dei prodotti all’interno del negozio è un altro argomento importante quando si parla di visual merchandising.

Puoi utilizzare il posizionamento strategico dei prodotti per evidenziare quelli in promozione o i prodotti che ritieni di punta. Inoltre, puoi posizionare i prodotti in modo da guidare i clienti attraverso il negozio e fargli scoprire nuovi prodotti.

Schermi LED

Puoi utilizzare schermi LED o display per evidenziare i prodotti in promozione o quelli sui quali hai maggior margine di guadagno. Gli schermi possono essere posizionati in punti strategici del negozio per attirare l’attenzione dei clienti.

Espositori

Gli espositori sono un ottimo strumento di visual merchandising per evidenziare i prodotti e stimolare gli acquisti impulsivi. Puoi utilizzarli per mostrare i prodotti in modo accattivante e per evidenziare le offerte speciali del tuo negozio.

Espositori a terra

Gli espositori a terra sono un ottimo strumento per evidenziare i prodotti in promozione o quelli in offerta. Puoi utilizzare gli espositori in cartone per creare una presentazione interessante dei prodotti e per attirare l’attenzione dei clienti.

Espositori a parete

Gli espositori a parete sono un ottimo metodo per mostrare i prodotti in modo accattivante e per risparmiare spazio in negozio. Gli espositori di questo tipo ti consentono di evidenziare i prodotti in promozione o quelli sui quali desideri spingere maggiormente.

Musica e profumi

Anche musica e i profumi sono strumenti di visual merchandising, dato che concorrono a creare un’atmosfera più accogliente in negozio e favorire gli acquisti.

Puoi utilizzare la musica per creare un’atmosfera rilassante o energizzante a seconda del genere di prodotti che vendi. Inoltre, puoi utilizzare i profumi per associare un’emozione positiva ai tuoi prodotti.

In breve

Il visual merchandising è una importante strategia di marketing che consente di attirare l’attenzione dei clienti e stimolare gli acquisti impulsivi.

Ricorda chiaramente che ogni negozio è diverso dagli altri e che fai bene a scegliere gli strumenti di visual merchandising sia in base alle tue esigenze specifiche che in relazione al tipo di attività commerciale e prodotti proposti.

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Meglio la vasca con sportello o la doccia per disabili?

Nel momento in cui in casa è presente una persona anziana o che presenta una disabilità motoria, solitamente si pensa a quali soluzioni sia possibile adottare per rendergli la vita più semplice.

Certamente uno dei primi accorgimenti è quello che riguarda il bagno ed in particolare il sistema con il quale è possibile effettuare le operazioni di igiene personale.

Il dubbio che principalmente riguarda chi si occupa di dare assistenza in casa ad una persona con difficoltà motorie è se sia meglio optare per una vasca con sportello o direttamente per una doccia con disabili.

Per sciogliere questo dubbio è sufficiente effettuare un paio di considerazioni pratiche. Vediamo allora di seguito di chiarire e cercare di capire quale tra le due soluzioni potrebbe essere quella più appropriata.

Le vasche con sportello

Le vasche con sportello per anziani sono delle particolari vasche da bagno il cui accesso è reso davvero semplice grazie ad un apposito sportello (in fase d’acquisto è possibile scegliere se il movimento di apertura debba avvenire verso l’interno o verso l’esterno).

Si tratta di una soluzione che offre grande sicurezza, grazie agli appositi maniglione di sostegno, e la comodità extra di potersi adagiare sulla seduta integrata senza necessità di doversi sedere sul fondo della vasca, come avviene in quelle tradizionali.

Tra l’altro la particolare inclinazione della seduta integrata fa sì che lo scivolamento involontario in avanti non possa avvenire, aumentando dunque il livello di sicurezza.

Esiste inoltre la possibilità di richiedere determinati optional che aumentano il livello di comfort,  tra questi l’idromassaggio e al cromoterapia.

I box doccia

I box doccia di tipo tradizionale non offrono un adeguato livello di sicurezza.

Il primo pericolo è costituito certamente dal gradino che bisogna superare per poter accedere alla doccia, mentre la seconda insidia è rappresentata dal pericolo scivolamento.

Per questo motivo i box doccia per anziani devono essere realizzati a filo pavimento, evitando così qualsiasi possibilità di inciampare o scivolare.

Anche in questo caso possibile per vedere delle apposite maniglie di sostegno.

Cosa scegliere dunque?

Bisogna dire che la scelta è soprattutto personale, sulla base delle specifiche esigenze dell’individuo interessato da difficoltà a deambulare.

Ad ogni modo, le vasche con sportello per anziani probabilmente rappresentano l’opzione più comoda e sicura anche per quanti si trovano sulla carrozzina.

Dunque si tratta di una soluzione che offre maggiore autonomia e che per questo potrebbe essere preferibile alla doccia, soprattutto nel caso di persone non autosufficienti.

Tra l’altro, nel caso in cui le operazioni di pulizia necessitino dell’aiuto da parte di un assistente, in una vasca da bagno non ci saranno i getti d’acqua tipici di una doccia e per questo motivo la persona eviterà di bagnarsi.

Tra l’altro la comoda seduta consente di poter prolungare il bagno quanto si desidera, e aumentare così il livello di comfort e benessere percepiti.

In breve

Dunque, sebbene ogni situazione sia differente dall’altra, al variare dell’autonomia della persona in questione, di base potremmo dire che le vasche con sportello sono da preferire rispetto i box doccia quando in casa è presente una persona con difficoltà motorie.

Cambia certamente tanto a livello di comodità di utilizzo e ritrovata autonomia per la persona, ma ci sono significativi miglioramenti anche per quel che riguarda gli sforzi che l’eventuale persona che offre assistenza deve produrre.

Grazie ad una vasca da bagno per anziani infatti, le operazioni di entrata e uscita dalla vasca stessa sono molto più semplici e dunque non è più necessario dover effettuare particolari sforzi fisici per agevolare gli spostamenti da e per la vasca.

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Proteggere una attività commerciale dai ladri

Mettere in sicurezza la propria attività commerciale è oggi più che mai una necessità di tutti coloro i quali custodiscono della merce particolarmente rilevante dal punto di vista economico all’interno dei locali in cui avviene la vendita.

Subire un furto infatti, il più delle volte comporta perdite per diverse migliaia di euro, il che non è certamente piacevole e in alcuni casi può determinare anche la chiusura dell’attività commerciale stessa. Per evitare questo tipo di problema, si preferisce adottare tutte quelle contromisure che consentono in maniera adeguata di dissuadere eventuali malintenzionati dal commettere un furto.

Quale soluzione è più efficace?

Sicuramente il posizionare delle telecamere rappresenta una soluzione interessante in quanto potrebbe indurre tante persone a rinunciare ai propri loschi intenti. Ad ogni modo, sempre più le cronache riportano episodi di furti avvenuti nonostante la presenza delle telecamere a circuito chiuso, con i malintenzionati che vanno ad indossare maschere e cappucci per rendersi non riconoscibili e dunque eludere questo tipo di misura di sicurezza.

Le inferriate apribili

Tenuto conto di questo, la soluzione migliore è sicuramente quella di provvedere a far installare le inferriate di sicurezza in ferro. Le inferriate di sicurezza, ed in questo caso specifico quelle apribili, rappresentano una barriera veramente solida e resistente, difficile da superare e per questo praticamente perfetta per difendere l’ingresso principale di una qualsiasi attività commerciale.

È statisticamente provato infatti che i malintenzionati, anziché perdere tempo e provare a forzare l’inferriata che si trovano davanti, preferiscano direttamente cambiare obiettivo e prendere di mira una attività commerciale che non presenta una soluzione simile a sua difesa. Tra l’altro grazie alla normativa vigente dell’investimento (il “Bonus Casa”) è al momento possibile portare in detrazione la spesa e dunque recuperare fino al 50% della somma spesa.

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Come potare un albero alto

Gli interventi di potatura sono davvero importanti per garantire agli alberi una buona salute e un aspetto sempre gradevole. Se siamo consapevoli di non avere la giusta esperienza per effettuare la potatura di un albero alto, meglio prima chiedere consiglio ad un esperto o rivolgersi direttamente a una azienda che si occupi della manutenzione giardini.

Nel caso in cui decidessimo di procedere autonomamente, la prima cosa valutare è il tipo di effetto che vogliamo ottenere da questa operazione.

Quando e come effettuare il taglio

Chiaramente la potatura va fatta nel momento in cui la pianta è in riposo vegetativo, dunque in inverno o in autunno. Dopo aver posizionato la scala poggiandola sull’albero, ed essersi accertati che questa sia ben salda a terra, è possibile iniziare a salire sino a raggiungere i rami da tagliare.

È preferibile utilizzare una imbracatura di sicurezza avvolgendo la cinghia attorno all’albero, in maniera da tutelarsi in caso di eventuali cadute. Dopo aver valutato quali siano i rami da tagliare, possiamo procedere con l’operazione di taglio possibilmente applicando dell’ apposito mastice sulle zone in cui abbiamo effettuato il taglio, così da evitare l’insorgere di muffe nell’albero o marciume.

La giusta tecnica

Il consiglio è sempre quello di partire dai rami più piccoli andando così a sfoltire la chioma. Nel caso in cui rami da tagliare siano particolarmente grandi e si renda dunque necessario utilizzare una motosega, è bene chiedere aiuto ad una seconda persona che possa sorreggere questo strumento quando non necessario e dare le giuste indicazioni per il taglio dal basso potendo godere di una visuale migliore.

In alternativa, considera che anche le forbici telescopiche possono essere preziose per le operazioni di taglio, proprio perché puoi allungarle e dunque raggiungere più comodamente il ramo da recidere.

Tenendo conto di queste indicazioni puoi provare ad effettuare autonomamente la potatura degli alberi ad alto fusto. Nel caso in cui dovessi intuire si tratti di una operazione troppo complicata meglio cercare l’aiuto di un esperto, sia per il benessere della pianta che per la tua sicurezza.

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Dispenser d’acqua IWM per l’ufficio: qualità e design

I distributori d’acqua per l’ufficio commercializzati dal ramo aziende di IWM sono il massimo sia dal punto di vista della qualità dell’acqua da bere che per quanto riguarda il loro design. Questi dispositivi di ultima generazione consentono infatti di purificare l’acqua grazie al sistema ad osmosi inversa che li caratterizza, e grazie al quale essi prelevano rendono pura l’acqua che prelevano dalla rete, migliorandone anche la mineralizzazione. A proprio piacimento inoltre, sarà possibile avere dell’acqua liscia o gasata, fredda o calda e del ghiaccio in base ai propri gusti. Tutto un altro modo di bere dunque, rispetto gli scomodi e costosi boccioni d’acqua che è solitamente possibile trovare negli uffici o all’interno delle grandi aziende. I dispenser d’acqua per ufficio IWM ti aiutano dunque anche a risparmiare e contribuire a salvaguardare l’ambiente, oltre che a rendere un buon servizio ai tuoi dipendenti e consentire loro di bere tutta la buona acqua che desiderano durante gli orari di lavoro.

È scientificamente provato inoltre, che idratarsi correttamente consente di mantenere sempre alta la concentrazione, e questo è un grande vantaggio soprattutto sul luogo di lavoro. In ultima analisi, i dispenser che IWM commercializza vantano un design moderno ed accattivante che è in grado di adattarsi perfettamente a qualsiasi tipo di ambiente e arredi. Potrai decidere se acquistare direttamente il tuo dispenser o se noleggiarlo, mentre sarà la stessa IWM ad occuparsi dell’installazione del dispenser e provvedere alla sua manutenzione annuale, così da garantirne sempre la massima efficienza nel tempo. Fidati di chi, come IWM, opera con successo da oltre 30 anni nel campo del trattamento dell’acqua e ha acquisito nel tempo l’esperienza necessaria per proporti soluzioni in grado di soddisfare le tue necessità garantendoti un livello di qualità dell’acqua davvero elevato. Contatta il numero verde 800.685.540 per informazioni di ogni tipo, un consulente IWM ti offrirà volentieri il suo supporto.

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Calzature Bruno Bordese | Qualità e design

Le calzature Bruno Bordese si contraddistinguono per la loro creatività e voglia di osare: dei veri e propri pezzi unici ormai divenuti un must per quanti amano vestire in maniera originale e di tendenza. Presente sul mercato da oltre 25 anni, Bruno Bordese consente sia a lui che a lei di indossare l’eleganza e l’estro oggi irrinunciabili per chi ama mostrare agli altri parte della propria personalità attraverso l’abbigliamento, e mantenere sempre un profilo di tendenza tipico degli artisti o delle persone più brillanti. Queste ottime calzature sono il frutto di una ricerca costante che non riguarda esclusivamente il design e le nuove tendenze, ma anche e soprattutto i materiali più resistenti e performanti, ovvero quelli in grado di garantire il massimo del comfort e grande durata nel tempo.

Gli ambiti dai quali Bruno Bordese trae ispirazione per le sue creazioni sono la streetart e lo stile di vita dei più giovani in particolar modo, ma anche ciò che è possibile ammirare nei più famosi mercatini dell’antiquariato: è proprio grazie a questo eccezionale mix di elementi classici e moderni che è possibile dare vita a prodotti che si distinguono dagli altri ed ispirano artisti e quanti hanno voglia di raccontare qualcosa di sé anche attraverso le calzature che si indossano. Tra le sue creazioni più famose, vi sono le scarpe dal forte richiamo vintage dovuto ad un particolare lavaggio in lavatrice, un trattamento della pelle che ha dato vita ad una linea oggi particolarmente apprezzata e ricercata da chi ama vivere stando sempre al passo con i tempi. Le calzature Bruno Bordese sono dunque trasversali ed in grado di essere apprezzate da persone che appartengono a generazioni differenti, accomunate però dalla necessità di vestire in maniera ricercata senza per questo dover rinunciare ad una scarpa che possa garantire al piede tutto il comfort di cui avvertiamo il bisogno.

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Asciugamani elettrici, ecco perché sono la scelta migliore

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In uno spazio pubblico, che sia un ufficio, un ristorante, un albergo o una palestra, la priorità è che l’ambiente bagno risulti sempre pulito, ordinato e assolutamente igienico per gli utenti. Oltre a questa esigenza, però, c’è la necessita dei titolari non solo di rispettare tutte le norme in termini di pulizia e funzionalità, ma anche di gestire correttamente le spese, scegliendo le soluzioni più economiche. E un asciugamani elettrico ad aria può essere la risposta a tutte le domande.

Ordine e igiene, innanzitutto

Installando un asciugamano elettrico appare subito evidente come il bagno risulti sempre pulito. Con questo tipo di apparecchi, infatti, si elimina completamente il problema dei rotoli di carta e del loro smaltimento. Mai più, quindi, cestini traboccanti, carta sul pavimento o peggio sanitari intasati dall’uso improprio della carta asciugamani. Ancora, numerosi test dimostrano che il sistema ad aria è infinitamente più igienico degli asciugamani in tessuto a rullo e, con i modelli attuali, non esistono nemmeno rischi legati a possibili atti di manomissione o vandalismo. In ambienti ad alto traffico di persone, come appunto palestre, aziende, ma anche scuole e luoghi pubblici, la pulizia è una priorità. E un dryer di moderna concezione annulla la necessità di dover ripassare i locali di continuo.

Grande risparmio economico

L’utilizzo della carta significa materiale di consumo. Per il titolare, la scelta di un asciugamani elettrico rappresenta la concreta possibilità di risparmiare su continui approvvigionamenti, oltre che un netto risparmio anche in termini di tempo speso per controlli e riordini. Con l’asciugamani elettrico l’investimento è solo quello dell’acquisto: in un anno, si tratta di costi in meno, rispetto all’uso della carta, valutabili in oltre il 90%. Ancora, va ricordato che con l’asciugamani elettrico il servizio è garantito automaticamente 24 ore su 24 e non c’è nulla da gestire o ricordare, nessuna burocrazia come invece avviene per l’acquisto di salviette di carta.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Assodato che praticità e risparmio sono assicurati, la scelta di installare un asciugamani elettrico si dimostra vincente anche sotto il profilo del design. I modelli più recenti, infatti, hanno linee che si integrano perfettamente anche con gli ambienti più esclusivi. Ad esempio i prodotti di Mediclinics, azienda leader del settore, vantano tutti un design moderno e innovativo. Ad esempio Dualflow Plus si distingue quale complemento ideale per ambienti superiori e ricercati, dove l’attenzione all’occhio del cliente è un aspetto fondamentale. E non solo: il filtro EPA che elimina il 99% dei batteri ed il biocote che riveste la cover, evitando il proliferarsi di cattivi odori o muffe, garantiscono la massima igiene.

Una scelta che rispetta l’ambiente

C’è poi un elemento sempre di attualità, ovvero l’impatto ecosostenibile di ogni acquisto. Anche in questo caso, un asciugamani elettrico è la scelta più rispettosa per l’ambiente, perché i modelli moderni non solo utilizzano una quantità davvero ridotta di energia elettrica, ma non impattano sul pianeta. Utilizzare la carta significa consumare alberi e impoverire la natura: con un asciugamani elettrico si risparmiano mediamente 24 alberi in 16 anni.

Natale digitale: dallo shopping alle “confidenze” gli italiani si affidano all’AI

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La popolarità dell’AI durante le vacanze di Natale 2025/2026 in Italia è piuttosto elevata. Oltre a essere solo un affidabile assistente per lo shopping o la pianificazione, durante queste festività l’AI sta emergendo come un compagno digitale poliedrico, in grado di fornire anche supporto emotivo, un fenomeno particolarmente rilevante tra la Generazione Z e i Millennial.

Secondo una recente ricerca condotta da Kaspersky, il 57% degli intervistati dichiara di voler integrare l’AI nelle proprie attività vacanziere. E le generazioni più giovani mostrano il maggiore entusiasmo verso queste tecnologie, con l’86% dei 18-34enni a livello globale che afferma di voler ricorrere all’AI durante il periodo natalizio.

Un’efficace generatrice di idee

Secondo il sondaggio, in Italia oltre la metà degli utenti di AI prevede di utilizzare questi strumenti durante le vacanze per cercare ricette (61%), ristoranti o alloggi (39%).
Inoltre, il 40% degli italiani si affida all’AI per trovare idee regalo, suggerimenti su come festeggiare o consigli sulle decorazioni natalizie. La stessa percentuale intende utilizzarla per ricevere spunti su come trascorrere il tempo libero durante le festività.

Durante le vacanze, poi, quasi la metà degli intervistati (48%) considera l’AI un valido assistente per lo shopping, come supporto nella creazione di liste della spesa, ricerca delle offerte migliori o analisi delle recensioni.
A livello globale, le generazioni più giovani mostrano un forte interesse per l’A come strumento di pianificazione del budget (50%), al contrario degli over 55 (31%), preferendo utilizzarla per cercare ricette (59%) e trovare idee regalo (41%).

Parlami, AI

Oltre alla capacità di affrontare compiti pratici e generare nuove idee, l’AI ha assunto un nuovo ruolo: quello di compagno virtuale in grado di offrire supporto emotivo. In Italia, il 22% di coloro che la utilizzano durante le vacanze prende in considerazione l’idea di parlarle quando si sente infelice.

A livello globale, giovani e Millennial mostrano il maggiore interesse per il supporto emotivo basato sull’AI, con il 35% degli intervistati che dichiara di considerare questa possibilità.
Al contrario, la generazione più anziana manifesta un interesse molto più contenuto: solo il 19% degli intervistati di età pari o superiore a 55 anni prende in considerazione l’idea di rivolgersi all’AI quando si sente turbato.

Un sano scetticismo aiuta a non esagerare con le informazioni personali

“Con la rapida evoluzione dei modelli LLM cresce anche il loro potenziale di instaurare un dialogo significativo con gli utenti  – commenta Cesare D’Angelo, General Manager Italy, France & Mediterranean di Kaspersky -. Tuttavia, è importante ricordare che questi modelli imparano a rispondere sulla base dei dati, in gran parte provenienti da Internet, e possono quindi replicare errori o pregiudizi presenti nei contenuti di addestramento. Per questo motivo, è consigliabile approcciarsi ai suggerimenti dell’AI con un sano scetticismo ed evitare di condividere un eccesso di informazioni personali”. 

AI: per ingannarla basta una poesia

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Alla faccia di chi si impegna a mettere in pratica complesse operazioni di ingegneria del prompt: basta un singolo messaggio in rima per ingannare l’AI.
Lo ha scoperto uno studio dal titolo “Adversarial Poetry as a Universal Single-Turn Jailbreak Mechanism in Large Language Models”, firmato da DEXAI – Icaro Lab e La Sapienza Università di Roma in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna. Scrivere i prompt in versi consente di aggirare i filtri etici di tutti modelli di AI generativa disponibili sul mercato, da ChatGPT a Gemini, Anthropic, Llama, Mistral, Qwen e DeepSeek.

L’utilizzo della forma poetica per formulare un prompt agisce infatti come un ‘passepartout’ universale, capace di ingannare le barriere etiche impostate dai giganti del settore.
Forse la poesia non salverà il mondo, ma è in grado di mettere in difficoltà l‘AI.

La vulnerabilità risiede nel modo di interpretare il linguaggio

Su 25 modelli proprietari e open source, l’uso ‘avversariale’ della scrittura in versi ha ottenuto in media il 62% di successo nel far generare contenuti che avrebbero dovuto essere bloccati. Gemini di Google spicca per una percentuale di fallimento nell’intercettare gli attacchi che sfiora il 100%.

La vulnerabilità, definita “strutturale” dagli autori, risiede nel modo in cui le AI interpretano il linguaggio.
I sistemi di sicurezza sono addestrati per riconoscere e bloccare richieste dannose formulate in linguaggio naturale (prosa), mentre la struttura metrica e stilistica della poesia riesce a ‘nascondere’ l’intento malevolo ai filtri di controllo ma non al modello, che comprende il significato semantico, riceve le istruzioni e genera la risposta vietata.

Più il modello è potente più fallisce

I ricercatori hanno testato la tecnica traducendo in versi 1.200 prompt dannosi, coprendo categorie di rischio critiche come sicurezza cibernetica, bioterrorismo, manipolazione psicologica, privacy.
Utilizzando un meta-prompt standard il tasso di successo (ASR) di attacco è risultato fino a 18 volte più alto rispetto alla versione in prosa degli stessi prompt.

Un altro dato sorprendente è che più l’AI è ‘potente’ più è risultata vulnerabile.
Se i modelli più grandi e complessi riescono a leggere l’intenzione mascherata dal linguaggio poetico ed eseguono il comando, quelli più piccoli, non riuscendo a comprendere la richiesta, si rifiutano di rispondere e risultano paradossalmente più sicuri.

Corto circuito tra contenuto semantico e sistema di sicurezza 

In pratica, per indurre un modello a fornire risposte potenzialmente dannose basta formulare la richiesta in versi, senza bisogno di complesse tecniche di ingegneria del prompt, conversazioni multi-turno o manipolazioni iterative. 

Secondo i ricercatori, la ragione risiederebbe nelle euristiche dei sistemi di sicurezza. I modelli sono addestrati a riconoscere e filtrare richieste dannose espresse nel linguaggio di tutti i giorni, riferisce ANSA. La poesia sembra spostare la richiesta fuori dall’area dove agiscono i filtri, anche se di fatto l’utente sta esprimendo la medesima richiesta.
Il risultato è un “corto circuito”. In pratica, il modello comprende il contenuto semantico e risponde, ma i sistemi di sicurezza non lo intercettano.

Natale italiano: tradizioni che restano, abitudini che cambiano

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Come si festeggia il Natale in Italia? Soprattutto in famiglia.
Una ricerca di Skyscanner racconta un Paese ancora legato profondamente ai rituali in famiglia, pur lasciando intravedere segnali di cambiamento.
Il 64% lo trascorre a casa con il nucleo più ristretto e il 24% con la famiglia allargata. E quando ci si riunisce, la tavola continua a essere il cuore delle celebrazioni.

Il 77% considera i pasti condivisi l’aspetto più importante, seguito dallo scambio dei regali (45%) e dai giochi tradizionali (25%).
In questo quadro così radicato, la scelta di viaggiare insieme (7%) rappresenta una tendenza emergente, che si affianca alle abitudini più classiche e introduce l’idea che anche l’esperienza fuori casa possa diventare parte del Natale.

La tecnologia non ruba la scena alla famiglia

Stare insieme però continua a essere ciò che conta durante le feste.
Lo pensa il 94% degli italiani, mentre solo il 5,5% lo considera secondario. Non sorprende quindi che tra chi studia o lavora lontano, il 59% torni a casa, mentre un altro 33%, che non è fuori sede, resti vicino alla famiglia d’origine. Appena il 7% rinuncia a stare in famiglia.

E quando non si riesce a vedersi di persona, scatta il piano B, con videochiamate (35%), telefonate (34%) e messaggi (19%). Risultato, un mix perfetto tra tradizione e modernità: la tecnologia non ruba la scena alla famiglia, la amplifica.

Viaggi: il delicato equilibrio tra desideri e possibilità

In questo scenario così orientato alla casa, il viaggio si inserisce come un trend in crescita (7%). Il 13% parte spesso e il 22% lo fa occasionalmente, mentre il 27% viaggia raramente e il 36% non parte mai.

Chi decide di muoversi lo fa con pragmatismo. La scelta della meta dipende soprattutto dalla convenienza (34%), ma anche dal desiderio di cambiare destinazione ogni anno (22%), visitare parenti lontani (20%) o tornare nella città natale (14%).
Le decisioni, tuttavia, sono guidate principalmente da fattori economici. Questo rende la pianificazione condivisa una vera sfida. L’incastro delle agende è l’ostacolo principale (36%), seguito dai costi di viaggio (28%), la scelta della destinazione (16%) e la disponibilità degli alloggi (13%).

L’AI diventerà il punto di riferimento per trovare ispirazione

Ed è proprio su questa complessità che si innesta il ruolo crescente della tecnologia, in particolare dell’AI, che molti percepiscono come un supporto utile per semplificare la fase di pianificazione.
Il 22% l’ha già utilizzata per i propri viaggi e un altro 33% sarebbe disposto a farlo. Tra chi viaggia a Natale, più della metà la considererebbe una fonte di ispirazione.

Le esigenze principali sono molto pratiche. Confrontare i prezzi (45%), creare itinerari su misura (42%) e lasciarsi suggerire nuove destinazioni (32%).
I benefici percepiti riflettono la stessa logica, dal risparmio di tempo (42%) all’accesso rapido alle offerte migliori (36%).
Non sorprende quindi che il 55% dei viaggiatori italiani immagini un futuro in cui l’AI diventerà il principale punto di riferimento per trovare ispirazione. 

Black Friday: gli italiani spenderanno online circa 2,2 miliardi

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Per il Black Friday e il Cyber Monday le stime dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano evidenziano un trend crescente, soprattutto per alcune categorie specifiche.
Si tratta di Giochi e Hobby, acquistati quasi cinque volte in più rispetto al giorno medio dell’anno, Strumenti musicali ed Elettrodomestici, che in questo periodo triplicano, e Servizi, soprattutto i biglietti di viaggio, +13% rispetto al 2024.

Nei giorni tra il Black Friday e il Cyber Monday, gli italiani spenderanno online circa 2,2 miliardi di euro (+7% rispetto al 2024). In questa occasione, gli operatori particolarmente competitivi realizzeranno anche 3 volte il fatturato di un giorno medio.
Le categorie più interessate? Abbigliamento, Food & Grocery e Beauty & Healthcare, oltre a esperienze legate al mondo dei viaggi e degli eventi.

Oltre 41 milioni di pacchi movimentati

Secondo le previsioni del Delivery Index di Netcomm saranno oltre 41 milioni i pacchi che circoleranno durante i dieci giorni di Black Friday, “pari al 4,8% del totale che si registra in un intero anno, con una crescita del 9% rispetto al 2024 – spiega Roberto Liscia, Presidente Netcomm -.
Prevediamo che saranno 34,9 milioni gli italiani che ricorreranno al canale online per i loro acquisti durante questo periodo. Si tratta di evidenze che confermano la forza di questa iniziativa, ormai diventata il momento per eccellenza in cui gli italiani concentrano una parte significativa degli acquisti natalizi e non solo”.

Si punta sempre più al risparmio

“Allo stesso tempo . aggiunge Liscia -, è interessante osservare uno squilibrio tra l’aumento del volume dei pacchi e la crescita più contenuta del valore economico degli acquisti effettuati durante il periodo promozionale.
Per il Black Friday 2025 gli italiani punteranno sempre più sul risparmio, e questo è legato a due fenomeni rilevanti nel retail digitale di oggi: da un lato, la rapida espansione del mercato del second hand, dall’altro, l’ingresso crescente di prodotti provenienti dall’estero caratterizzati da prezzi medi più bassi. Entrambi i fattori contribuiscono a ridurre il valore medio del carrello, pur in presenza di una domanda in costante aumento”,

Le scelte dei merchant tra sconti e promozioni 

Secondo le stime dell’Osservatorio eCommerce B2c la percentuale media di sconto applicata dai merchant sarà del 25%, declinata in diverse modalità promozionali. L’iniziativa più comune è quella che prevede sconti riservati su una selezione di prodotti per tutta la durata del periodo di offerte (64%).

Non mancano poi le promozioni finalizzate a premiare un target di clienti specifico. Tra queste, spiccano le iniziative di sconto anticipato per i clienti più fedeli (31%). Alcuni merchant scelgono poi di scontare una selezione di prodotti per un tempo limitato (25%), mentre altri preferiscono applicare sconti su tutta la gamma per tutta la durata dell’iniziativa promozionale (22%).
Inoltre, l’opzione di offrire ai clienti la spedizione gratuita è una scelta applicata dal 19% dei merchant.

Imprese: il 5G industriale cresce ma resta di nicchia 

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Oggi, solo il 2% delle imprese grandi e medio grandi usa la connettività per innovare il proprio modello di business, e la spesa in connettività rappresenta in media solo il 7% del budget ICT.
Tuttavia, per quasi la metà delle aziende italiane la connettività viene considerata un elemento chiave della digitalizzazione al fine di ottimizzare processi core esistenti. Come, ad esempio, l’automazione di linee produttive o attività logistiche.

Insomma, la spesa per progetti di 5G industriale continua la sua crescita, ma resta ancora limitata. Lo confermano i risultati della ricerca dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry del Politecnico di Milano.

Più un’opportunità da esplorare che una risorsa strategica

La maggioranza delle imprese italiane si dichiara abbastanza soddisfatta della sua attuale configurazione di connettività, percependo come complesso e costoso un cambiamento. In particolare, la gestione della sicurezza, la ricerca di partner affidabili e il rischio di lock-in rappresentino ostacoli significativi a ricercare nuove soluzioni per le reti aziendali. 

In questo contesto, il 5G è considerato ancora più un’opportunità da esplorare che una risorsa strategica. Nel 2025 la spesa italiana per progetti di 5G industriale cresce del +43%, assestandosi a un valore di 10,5 milioni di euro. Aumenta però la maturità e rilevanza dei progetti, infatti l’81% del valore di spesa del 2025 è legato alla realizzazione di reti private su uno o più siti.
Oggi si contano 47 progetti di reti 5G private o dedicate, 10 in più rispetto all’anno precedente, di cui 8 su 10 di natura riservata.

Un’offerta di dispositivi sempre più matura

I principali ambiti di applicazione del 5G industriale sono nella logistica e trasporti (26% del totale progetti), nel manifatturiero (23%) e nei centri di innovazione (21%).
I fondi pubblici continuano a giocare un ruolo importante, anche se in diminuzione. Nel 2025 coprono il 39% della spesa, e solo il 10% dei nuovi progetti dell’anno è stato avviato con risorse pubbliche, segno di una crescente volontà delle imprese di finanziare reti 5G private con fondi propri e motivazioni industriali più solide.

Anche l’offerta di dispositivi 5G disponibili è sempre più matura, anche se non ancora pienamente sviluppata. Nel 2025 si contano 21 device 5G Ready sviluppati da 9 produttori, che trovano applicazioni prevalentemente in agricoltura, manifattura, difesa e sicurezza, media e intrattenimento.

“Serve una regolamentazione più uniforme tra i Paesi europei”

“Nel complesso, il 2025 conferma una crescita graduale ma costante del mercato 5G industriale in Europa e in Italia, pur evidenziando ancora alcuni limiti strutturali – commenta Luca Dozio, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry -. Per una maggiore scalabilità dei progetti servono una regolamentazione più uniforme tra i Paesi sulle modalità di accesso allo spettro e garanzie di sicurezza delle reti mobili. Infine, la maturità delle imprese nel considerare il 5G una leva strategica rappresenta un fattore decisivo per lo sviluppo e la diffusione di questo mercato”.

Per GenX e Baby Boomers comfort, Made in Italy e multimarca guidano gli acquisti fashion

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Per GenX e Baby Boomers i “mantra” di acquisto sono qualità, Made in Italy, cura dei dettagli, stile evergreen e comfort. Acquistano meno, ma “meglio”: nel 2024 GenX e Baby Boomers hanno speso circa 400 euro a testa in abbigliamento, accessori e calzature.

Le generazioni mature sono meno attente alla moda rispetto alle ultime generazioni, e meno fedeli ai marchi. Inoltre, il tema della sostenibilità li tocca solo in parte. Nel loro modello di acquisto tendono già a essere più sostenibili di altre generazioni. E se non sono disposti a pagare di più per un prodotto sostenibile pretendono aziende impegnate nel riciclo dei capi per superare il fast fashion.
Emerge dal Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca, società del Gruppo Pambianco.

Vetrine, riviste e nomi storici della moda italiana

Meno interessati al second hand dei più giovani, quando GenX e Boomers lo sposano e perché amano indossare proprio lo stile vintage. Inoltre, per queste generazioni il Made in Italy è un valore importante e fondante la moda italiana.

Le marche cult che dominano il loro panorama di acquisto sono soprattutto marche storiche, come Armani, Liu Jo e Dolce & Gabbana. Anche se Zara è riuscito comunque a far breccia nel target femminile della GenX.
Per quanto riguarda i touchpoint di riferimento come fonte di ispirazione, prevalgono le vetrine dei negozi, i consigli dei negozianti, oltre a riviste e newsletter, ma non disdegnano consultare i siti web dal cellulare.

Attenti al prezzo, ma non a discapito della qualità

GenX e Boomers in genere prediligono un modello di acquisto più tradizionale. Vanno a far shopping in città, e non nei centri commerciali, e nei negozi fisici, soprattutto boutique multimarca e department stores.
Questi format garantiscono un’ampiezza di assortimento di prodotti e marche più distintive e particolari, e consentono un’esperienza di acquisto più appagante in termini di ambiente, assistenza e servizio.

Sebbene meno interessante alle carte fedeltà, queste generazioni ne possiedono dei grandi magazzini, perché oltre agli sconti offrono diversi servizi aggiuntivi.
Ovviamente, sono Boomers e GenX sono attenti al prezzo, ma ciò non deve andare a discapito della qualità e del comfort.

Fitting, stile evergreen e durata dei capi

“In termini di attese, sicuramente, c’è una forte richiesta di un ritorno alla qualità di una volta, prodotti che durano, realizzati con fibre naturali, prodotti in Italia e oggi anche con un processo virtuoso sostenibile, basato sul riciclo –  spiega Alessandra Mengoli, partner di Sita Ricerca -. Queste generazioni ancora di più che i Millenials infatti hanno constatato progressivamente un peggioramento della qualità a fronte di un continuo aumento dei prezzi, sia nel fast fashion sia nel mondo delle marche di fascia più alta. Inoltre chiedono una maggior attenzione al fitting e al comfort dei capi di abbigliamento e delle calzature, accanto a uno stile moda più evergreen. Tutto questo rientra nel concetto di qualità per loro”.

Second Hand: un risparmio potenziale di 450mila tonnellate di CO2 

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Tra i comportamenti sostenibili più praticati dagli italiani la compravendita di usato si posiziona al terzo posto. Nel 2024 l’hanno ‘praticata’ 27,2 milioni di persone. E circa 11,5 milioni di oggetti venduti su Subito, la piattaforma di compravendita di oggetti usati, hanno permesso un risparmio potenziale di quasi 450mila tonnellate di CO2. In pratica, come se si fossero evitate le emissioni di 4,5 milioni di passeggeri che volano da Milano a Roma o 3,7 milioni di auto che viaggiano tra Milano e Roma.

Emerge dall’Osservatorio Second Hand Economy di Bva Doxa per Subito, condotto attraverso lo studio Second Hand Effect svolto in collaborazione con Vaayu sulle compravendite tra privati avvenute nelle categorie Market.

Biciclette, arredamento, informatica, le categorie più impattanti

Nel 2024 ogni compravendita su Subito ha consentito un risparmio potenziale medio di 39 kg di CO2 non immessi nell’atmosfera. Una quantità in crescita del 40% rispetto al 2023.
Si tratta di un dato positivo che dipende anche dall’incremento delle vendite di oggetti con un impatto maggiore sull’ambiente, come, ad esempio, biciclette (240 kg di CO2 risparmiata in media), Pc fissi e console (210 kg), Tv (135 kg) e notebook/tablet (95 kg).

Le biciclette (38%), in particolare, si attestano al primo posto nella classifica delle categorie che hanno contribuito maggiormente al risparmio totale di CO2. Sul secondo e sul terzo gradino del podio, quasi a parimerito, si posizionano due categorie molto apprezzate quando si parla di mercato second hand: arredamento e casalinghi (20%) e informatica (19%).

“Nel 2024 evitate emissioni equivalenti all’intera città di Varese”

“I risultati dell’analisi Second Hand Effect 2024 dimostrano come la compravendita di oggetti usati non sia solo una scelta consapevole e smart, ma anche un gesto concreto con un impatto ambientale misurabile – racconta Giuseppe Pasceri, Ceo di Subito -. È soddisfacente e stupefacente osservare come quelli che ci sembrano piccoli gesti quotidiani siano in realtà grandi cambiamenti a favore del nostro futuro. L’anno scorso, 11,5 milioni di compravendite su Subito hanno potenzialmente evitato le emissioni equivalenti all’impronta ambientale di 78mila italiani, praticamente l’intera città di Varese”.

Anche l’imballaggio è riciclato

In 6 casi su 10 (59,5%), poi, l’usato evita effettivamente l’acquisto di un prodotto nuovo, con picchi del 66% in categorie chiave come arredamento, elettrodomestici ed elettronica. Questo comporta l’ulteriore abbattimento di costi ed emissioni correlate alla produzione di beni nuovi (estrazione delle materie prime, lavorazione, distribuzione).

Dati significativi, se si considera che il 71,5% degli oggetti pubblicati su Subito trova effettivamente un acquirente portando a compimento il circolo virtuoso del riuso.
Ultimo, ma non per importanza, l’imballaggio: l’80% di chi spedisce un prodotto lo fa utilizzando un imballaggio già presente in casa o già utilizzato per altro, mentre chi preferisce la compravendita e lo scambio di persona nel 63% dei casi non utilizza alcun tipo di imballaggio.

Lavoro: l’Intelligenza artificiale aiuta a vincere le sfide demografiche

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Entro il 2033 l’AI avrà un impatto su 3,8 milioni di posti equivalenti, ma con un gap di 5,6 milioni di lavoratori in meno, pari al 25% degli occupati attuali, per effetti demografici.
Per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale sarebbero necessari 26,8 milioni di occupati, mentre ne sono previsti “solo” 21,2 milioni.

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano l’AI è una leva fondamentale per colmare parte del gap occupazionale, a patto di investire in formazione, tutele ed equa redistribuzione dei benefici.
Oggi, il 18% dei posti di lavoro equivalenti in Italia risulta già automatizzabile e la quota potrebbe salire al 50% entro il 2033, quando la popolazione italiana in età lavorativa calerà di 2,8 milioni, mentre i pensionati aumenteranno di 2,3 milioni. 

“Il progresso tecnologico dev’essere una leva di crescita e coesione sociale”

“L’Intelligenza artificiale è un tema strategico per affrontare le sfide demografiche ed economiche che attendono l’Italia. – dichiara Walter Rizzetto, presidente XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati -. La Commissione Lavoro della Camera, che ho la responsabilità di presiedere, segue con grande attenzione le implicazioni dell’AI sul mondo del lavoro e ha già svolto una specifica indagine conoscitiva che ha permesso di individuare rischi, opportunità e strumenti di regolazione.
L’obiettivo è accompagnare l’innovazione con politiche adeguate, capaci di coniugare competitività e tutela delle persone, affinché il progresso tecnologico diventi leva di crescita e coesione sociale”.

Per il 61% dei lavoratori l’AI ha già cambiato il modo di lavorare

“Nel 2024 il mercato dell’AI in Italia mostra una crescita record (+58%), toccando 1,2 miliardi di euro. “Un risultato che testimonia l’interesse del tessuto produttivo a cogliere le opportunità offerte da questa tecnologia – spiega Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio -.  E la tecnologia sta avendo già un impatto sulla vita quotidiana dei lavoratori italiani: il 61% ritiene che l’AI abbia già cambiato molto o abbastanza il proprio modo di lavorare”.

Il 54% dei lavoratori afferma poi che l’AI semplifica e velocizza le attività, il 34% che svolge autonomamente alcune mansioni e il 17% che svolge nuove attività. Per il 6% il lavoro è interamente dedicato alla supervisione dell’AI.
Inoltre, per 1 lavoratore su 10 molte attività possono essere sostituite dall’AI entro i prossimi cinque anni.

Formazione, una tema che resta delicato

L’Osservatorio ha raccolto oltre 30 indicatori per restituire una fotografia dettagliata del contesto. Tra i temi toccati rientra quello della formazione.

“In questo ambito – dichiara Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio -, i KPI (Key Performance Indicator) sono incoraggianti da un lato, ma più preoccupanti dall’altro. Il numero di studenti STEM rimane pressoché stabile, circa 124mila nel 2023/24, mentre il numero dei dottorati in AI è più che raddoppiato tra il 2021/2022 e il 2022/2023, toccando quota 342, grazie allo stanziamento di fondi del PNRR. Tuttavia, non possiamo ignorare un dato allarmante: il flusso migratorio netto delle competenze italiane in AI è negativo, con un valore di -0,18 nel 2023”.

Rapporto Coop: gli stili di vita degli italiani nel 2025

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Abbandonate serenità e fiducia ostentate negli anni della pandemia e del post-Covid, negli ultimi mesi gli italiani vedono allungarsi un’ombra sul domani. Rispetto al 2022 oggi crescono timore (dal 20% al 39%), inquietudine (24%, 37%) e allerta (16%, 25%), si riducono serenità (34%, 24%) e fiducia (27%, 24%).

Nel mindset individuale restano le difficoltà quotidiane e la voglia di maggiori redditi, ma nell’immaginario collettivo è soprattutto la guerra a segnare più ampia discontinuità. E non stupisce che si affermino istanze di pace e diritti civili (64%), contrasto a fame, povertà, violenze di genere (55%) anche sopravanzando la garanzia di un lavoro dignitoso, la riduzione delle disuguaglianze (62%) e gli stessi temi ambientali e del cambiamento climatico.
Emerge dal Rapporto Coop 2025 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e domani. 

Resta alta l’attenzione per l’ambiente

Nel generale greenlash istituzionale e imprenditoriale il 73% degli italiani considera il climate change un’emergenza causata da attività umane e si dichiara disposto a fare la sua parte con mezzi di trasporto alternativi, limiti all’uso del riscaldamento domestico, riduzione del consumo di carne rossa.
Questo cambiamento nello stato d’animo degli italiani sembra preconizzarne uno più profondo nel sistema valoriale e un ripensamento degli stili di vita.

Gli italiani si autorappresentano guidati da valori di onestà (50%), rispetto (46%) e sono meno interessati a ricchezza (10%), successo sociale/carriera (7%). E dopo anni di spinta laicista riemerge l’importanza della religione, e più in generale, il ricorso a percorsi di spiritualità (45%). 

L’immaginario collettivo si nutre di vintage

Mentre impazzano remake televisivi e cinematografici, crescono esponenzialmente le vendite di vinili. Il 54% della GenerazioneZ avrebbe preferito nascere all’epoca dei propri genitori. Un tuffo nel passato che consola, tanto che 7 italiani su 10 pensano che un tempo il mondo fosse un posto migliore.

Ma grazie al loro impegno sul lavoro, gli italiani si scoprono meno vulnerabili, ma restano vigili e in precario equilibrio di fronte agli imprevisti. Se è vero che nel 2024 la spesa complessiva delle famiglie è cresciuta rispetto a cinque anni fa, oltre la metà è assorbita dalle spese obbligate. Il risparmio persiste come driver primario (42%), ma a essere messa in discussione è l’essenza stessa della società dei consumi. Pare arrivato il tempo del deconsumismo.

L’eterna rinascita del cibo

Il ripensamento del sistema valoriale e delle scelte quotidiane è riflesso nel modo in cui gli italiani si rappresentano a tavola. Rispetto al 2022 chi si identifica con un’identità alimentare ancorata alla tradizione scende dal 34% al 22%, mentre cresce la percentuale di chi autodefinisce il proprio stile associandolo ad abitudini alimentari innovative (23%, 31%).

Il cibo, oltre a divenire palestra di sperimentazione, torna domestico e cucinato. 
Per stare al passo con queste evoluzioni, la grande distribuzione italiana dovrà affrontare la sfida del futuro, che secondo le opinioni dei manager food&beverage, passa dall’innovazione di prodotto e di processo (53%), ma anche da adeguate politiche per il personale (36%). 

Compravendite residenziali, II trimestre 2025 ancora in crescita

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Nel secondo semestre 2025, malgrado la riduzione dei tassi di interesse e il progressivo allentamento dei criteri di concessione dei mutui da parte delle banche, l’offerta immobiliare si presenta ancora rigida. Al contempo, cresce la domanda potenziale.

Le previsioni dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare realizzato da Nomisma confermano i dati rilasciati dall’Agenzia delle Entrate: nel II trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024 le compravendite residenziali registrano una crescita del +8,1%.
Ma, nonostante la variazione positiva, in concomitanza con l’evoluzione delle erogazioni di mutui e la stabilizzazione attesa dei tassi di interesse, la ripresa delle transazioni avviata nel 2024 ha già toccato il picco, e si avvia verso una fase di riduzione.

Le incertezze macroeconomiche iniziano a farsi sentire

Alla luce delle dinamiche rilevate, gli operatori immobiliari del settore retail intervistati da Nomisma confermano un clima di fiducia positivo nel comparto residenziale, sebbene con segnali di maggiore cautela rispetto all’anno precedente.
Il saldo dei giudizi sui contratti di compravendita e locazione rimane in attivo, ma mostra un lieve ridimensionamento, segno di un mercato che pur mantenendo una buona vitalità inizia a risentire delle incertezze macroeconomiche e del progressivo indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie.

Sul fronte della locazione, i dati registrano un incremento contenuto del numero di nuovi contratti di locazione (+1,5%), trainati quasi esclusivamente delle nuove locazioni nei comuni ad alta tensione abitativa.

Locazioni corporate: investimenti più selettivi

Sul mercato corporate, l’incertezza potrebbe riflettersi in una maggiore selettività degli investimenti e nella capacità degli stessi di generare reddito stabile. I settori che meglio rispondono a questi criteri sono quelli delle infrastrutture digitali, del rent-to.buy nel residenziale, degli alloggi per studenti e della logistica.

Nel segmento degli uffici, invece, l’interesse degli investitori è destinato a spostarsi verso la fascia alta del mercato (immobili di qualità, conformi ai criteri ESG e in posizioni centrali) che continuerà a registrare buone performance, con bassi tassi di sfitto e crescita degli affitti.
Per contro, per la fascia meno pregiata del segmento degli uffici si prevede un calo di interesse da parte dei locatari con conseguenti cali degli affitti.

Domanda aumenta, offerta in contrazione

In sostanza, la domanda continua a essere percepita in crescita, soprattutto nel segmento della locazione, dove la pressione abitativa e la ridotta disponibilità di immobili spingono verso un aumento dei canoni.
L’offerta, invece, è giudicata in ulteriore contrazione, sia per l’acquisto sia per la locazione, accentuando le tensioni sul mercato.

Relativamente al comparto non residenziale (uffici e negozi), gli operatori segnalano una domanda ancora contenuta e in lieve flessione, mentre l’offerta fatica a trovare collocazione, soprattutto nei contesti meno centrali o con caratteristiche non aggiornate alle nuove esigenze funzionali. 
La prospettiva di contrazione dei contratti, sia di acquisto sia di locazione, riflette un mercato ancora in cerca di un nuovo equilibrio.