Gaza è di nuovo bombardata, colpita da uno tra i più violenti attacchi visti in questi anni di continue violenze. Ancora missili su Israele nei mesi scorsi, e ancora un’azione militare distruttiva e devastante in risposta (vedi le immagini, tra le quali quella qui affianco, nella sezione InPictures di BBC News)
Quando parlano le armi è difficile trovare le parole. Ancora più difficile trovare quelle giuste.
Il conflitto israeliano/palestinese sembra una di quelle questioni irrisolvibili, tanto è il tempo ormai passato dall’inizio della crisi e tanto numerosi ormai gli episodi e i periodi di guerra vera che si sono succeduti in questi anni.
Il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato è un diritto sacrosanto che non può più essere negato, per il quale non dovrebbe essere permesso che cada più un solo palestinese sotto i colpi dell’esercito israeliano. Come è sacrosanto il diritto del popolo israeliano a vivere in pace, senza la paura di venire uccisi in qualsiasi momento da qualche missile o qualche attentato. Due popoli sotto assedio continuo, due popoli che vivono nella paura continua.
La vita in questo territorio conteso è stata ulteriormente spezzata dal grande muro (West Bank Barrier) costruito a partire dal 2002, uno dei muri contemporanei più grandi e più duri. (altro…)
Abbiamo sempre guardato a Sarajevo come alla città cosmopolita per eccellenza, al simbolo della convivenza e della pacifica multiculturalità, non formale ma sostanziale. Proprio per questo Sarajevo è stata colpita dalla guerra degli anni ’90, assediata, ferita. La resistenza della città era stata vista anche come la resistenza di una cultura urbana, una cultura della convivenza, che non voleva rassegnarsi a morire davanti all’urbicidio etnico/nazionale.
Il libro di Franco Juri, che ha la prefazione di Nelida Milani e l’introduzione di Paolo Rumiz, è uno di quei libri che, attraverso la narrazione personale, ci parla della storia, delle speranze e delle paure che hanno accompagnato grandi e piccoli eventi di una parte del ‘900, delle grandi idee, dei sogni di una generazione, delle delusioni, degli amori, delle dinamiche incontrollabili che portano la storia sotto gli occhi, spesso increduli, dei suoi stessi protagonisti.
E così dopo la crisi dell’auto a Detroit, di cui magari scriverò a breve, in questi giorni fallisce l’editoria, tanto che, 
