Lascio di nuovo la parola a mia madre Angela, che legge molto più di me, per recensire due antologie di Georges Simenon uscite nella collana dedicata all’autore francese, targata “la Repubblica” e “La Stampa”.
Annette e la signora bionda
e altri racconti
Il libro si compone dei racconti le cui storie sono completamente diverse fra loro. Hanno in comune l’amore di Simenon per i suoi personaggi, per i Signori come per gli ultimi della terra.
Le descrizioni della natura sono prive di fronzoli: bastano poche pennellate ed il lettore si trova immerso nell’atmosfera del tempo e dello spazio dove si svolge l’azione. Camilleri diceva che nei libri di Simenon non c’è una parola di troppo, né una di più, né una di meno.
Ogni racconto è un mondo a parte, un universo a sé stante; eppure sono legati come se fossero i capitoli di un romanzo che si legge con piacere, scorre che è una meraviglia.
Simenon affronta varie tematiche, le situazioni più disparate in cui può venire a trovarsi una persona, mostrando come reagisce e coinvolgendo il lettore nella situazione
Potrei raccontare in breve la trama dei vari racconti, ma il bello consiste nello scoprire i vari personaggi e cosa succede loro, togliendo un velo per volta in una danza che dura qualche decina di pagine, per cui anche un breve cenno alla trama sarebbe come dire subito chi è l’assassino in un libro giallo.
Dirò invece che le 174 pagine di cui si compone il libro si bevono tutte d’un sorso, con grande piacere: Simenon ancora non mi ha deluso.
Il castello dell’arsenico
e altri racconti
Il libro si compone di racconti le cui storie sono unite fra loro da un personaggio che si trova in tutti i racconti: il dottor Jean, un medico che ha l’hobby di risolvere le situazioni più intricate e di scoprire il colpevole. Non avrei mai voluto scrivere questa recensione perché è la prima volta che un libro di Simenon mi delude.
C’è stato qualche Maigret a volte più pesante o più leggero da leggere, ma quello è un mito e gli si perdona tutto. Questo personaggio dei racconti, invece, non è ben descritto, rimane un mistero per tutto il libro, è insignificante, non mi è piaciuto, mi sta antipatico e non vedevo l’ora che finisse il libro per andare oltre. Per scrivere, è scritto bene, niente da ridire, ma la causa della mia insoddisfazione è il personaggio, scialbo, inconsistente.
C’è un mistero da risolvere ed il dottorino (giovane medico) si butta nella mischia per risolverlo. Impossibile per il lettore provare ad indovinare chi è l’assassino, fin quando a fine del racconto c’è la spiegazione, che immancabilmente fa riferimento a situazioni che il lettore non conosce.
Mi sono sempre piaciuti i racconti, ma questo personaggio del Dr. Jean, mi ha fatto perdere l’entusiasmo di leggere con piacere.
Angela
L.
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Bellissimo romanzo di 294 pagine, cosa inusuale per Simenon, dove si arriva al finale senza accorgersene, senza un attimo di stanchezza, senza una parola di troppo, dove ogni pagina, ogni capoverso, ogni riga è indispensabile per immergersi nell’atmosfera della famiglia Donadieu. Una delle più ricche famiglie di La Rochelle, a sud-ovest della Francia, dove il capostipite ha creato una ditta ed i vari eredi l’hanno ampliata fino a divenire una istituzione cittadina. Alla morte dell’attuale patriarca, noi diremmo Padre-Padrone, si attende con ansia l’apertura del testamento, per sapere quale sarà la successione, sia dei beni mobili ed immobili, sia dello scettro del Clan.























